Idrokinesiterapia - Ranidae CSSD

IDROKINESITERAPIA

IDROKINESITERAPIA

RIABILITAZIONE IN ACQUA

L'idroterapia o riabilitazione in acqua sono entrate da pochi anni a far parte dei protocolli di Riabilitazione in campo ortopedico, neurologico, preventivo e sportivo; ha registrato un crescente consenso sia da parte di medici e fisioterapisti, sia da parte dei pazienti. Oggi, grazie anche ai suoi numerosi successi, possiamo finalmente affermare che tale forma di riabilitazione motoria è divenuta, a pieno titolo, parte integrante di molti percorsi riabilitativi.
L'idroterapia è indicata sia come mezzo di preparazione fisica in vista dell'intervento chirurgico sia come efficace strumento riabilitativo nella fase di rieducazione post-operatoria. In quest'ultimo caso la riabilitazione in acqua inizia, solitamente, dopo la rimozione dei punti, rappresentando un trattamento importantissimo quando gli esercizi tradizionali sono controindicati.
Anche se spesso i percorsi riabilitativi si limitano a far compiere al paziente esercizi molto simili a quelli che si eseguono in palestra, per impostare un corretto programma di riabilitazione in acqua bisogna conoscere alcuni princìpi molto importanti, come quello del galleggiamento, della viscosità e della pressione idrostatica.

Il Principio di Archimede
Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta idrostatica dal basso verso l'alto pari al peso del liquido spostato. Di conseguenza quando ci si immerge fino all'ombelico il nostro peso si riduce, apparentemente, di circa il 50% per diminuire sino al 90% quando l'immersione raggiunge le spalle. Questa spinta permette di riprendere prima gli esercizi di deambulazione alleggerendo il peso gravante sulle articolazioni e migliorando l'irrorazione del tessuto cartilagineo. In acqua si ha una minore attivazione dei recettori che controllano il tono posturale, nei muscoli spinali c'è una riduzione della tensione da 1,8 kg/cm² in aria a 0,79 kg/cm². Grazie a questo principio possiamo fare recuperare lo schema motorio del cammino prima di quanto si possa fare in palestra ottenendo una migliore e più precoce rieducazione al movimento.
Reazione Viscosa
É la reazione che un liquido oppone ad un corpo che si muove al suo interno (resistenza). L'acqua è infatti più densa dell'aria e per questo motivo fornisce una maggiore resistenza al movimento. Grazie a questo principio possiamo rinforzare la muscolatura senza adoperare sovraccarichi e pesi aggiuntivi. Tale resistenza aumenta all'aumentare della velocità dei movimenti e alla superficie del segmento corporeo che vogliamo spostare. Per questo se stringiamo tra le mani oggetti con superfici più o meno grandi, a parità di densità, possiamo modulare la difficoltà dell'esercizio a nostro piacimento.
Pressione idrostatica
Dipende dal livello dell'acqua (aumenta all'aumentare della profondità). Tale pressione viene esercitata perpendicolarmente in ogni punto del corpo migliorando l'equilibrio e la propriocezione(capacità di regolare la postura grazie al coordinamento di una risposta motoria adeguata alle variazioni esterne). L'allenamento propriocettivo è, non a caso, uno degli aspetti più importanti della riabilitazione. La pressione idrostatica rende inoltre l'acqua un ottimo mezzo di condizionamento aerobico migliorando l'efficenza del sistema digestivo (soprattutto renale), respiratorio e cardiovascolare.
Temperatura
Il calore aumenta la vascolarizzazione dei tessuti grazie allo stimolo diretto ed indiretto sulla vasodilatazione. Solitamente l'acqua delle vasche riabilitative viene mantenuta ad una temperatura leggermente superiore (31-35°C) rispetto alle piscine tradizionali. Ciò consente di sfruttare a pieno le proprietà vasodilatanti del calore che migliora l'ossigenazione dei tessuti favorendo il recupero muscolare anche da stati irritativi cronici come la lombalgia (grazie all'azione combinata di calore e pressione idrostatica il flusso di sangue al muscolo aumenta infatti del 225% quando ci si immerge sino al collo). La temperatura dell'acqua dovrebbe essere sempre mantenuta a tali temperature per allontanare il rischio di eventuali attacchi cardiaci in soggetti predisposti.

RIABILITAZIONE IN ACQUA

La riabilitazione in acqua consiste nel fare svolgere al paziente vari esercizi, molte volte gli stessi che si eseguono in palestra, con il corpo parzialmente immerso nell'acqua. Dividendo tali esercizi in quattro grandi categorie possiamo parlare di esercitazioni mirate al miglioramento:

  • del tono muscolare;
  • della mobilità articolare e dell'equilibrio (esercizi di stretching, esercizi di mobilizzazione attiva/passivi, esercizi propriocettivi);
  • recupero degli schemi motori (deambulazione/corsa in sospensione. pedalata, slanci, balzi ecc.);
  • recupero del gesto sportivo (esercizi a catena cinetica chiusa in acqua poco profonda, balzi, skip, spostamenti laterali ecc.

CONTROINDICAZIONI

La riabilitazione e la terapia acquatica, come abbiamo visto, rappresentano l'attività ideale per molti soggetti. Tuttavia in alcuni casi le esercitazioni in acqua possono essere controindicate. E' il caso per esempio dei soggetti che soffrono di diabete avanzato, di cardiopatia ischemica (specie se la temperatura dell'acqua è troppo fredda), di febbre, di incontinenza, infezioni e micosi cutanee. In altre situazioni, per esempio per i pazienti che soffrono di osteoporosi non avanzata, è invece consigliabile mantenere le forme di esercizio tradizionali fuori dall'acqua. Per tutti questi motivi è buona regola sentire il parere di un medico prima di intraprendere un programma terapeutico in acqua.

CONSULTARE UN MEDICO
- esiti di fratture
- distorsioni, lussazioni
- patologie alla cuffia dei rotatori
- tonificazione muscolare in preparazione all'intervento chirurgico
- mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, ernia ecc.)
- dolori cervicali
- dolori artrosici
- osteoporosi avanzata
- patologie neurologiche(ictus, aneuirsmo)
CONTROINDICAZIONI
- diabete
- infezioni
- micosi
- ipersensibilità al cloro
- febbre
- incontinenza urinaria
D.O. Lombardo Vito M.R.O.I.

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